Nome Margherita Granbassi
Data di nascita 1 settembre 1979
Città natale Trieste
Nazionalità italiana
Altezza/peso 166 cm – 57 kg
Specialità fioretto
Sarà che per riuscire a star dietro ai miei fratelli maggiori ho sempre dovuto correre, così lo sport ha fatto parte della mia vita da quando sono nata, il 1° settembre 1979.
Per me giocare significava soprattutto saltare, arrampicarmi, rincorrere il mio dobermann Mark, tuffarmi, pedalare, inventare percorsi sempre nuovi. E disegnare, colorare, pasticciare.
Sciare, giocare a tennis, andare in barca a vela, pedalare, sono solo alcune delle mie attività preferite.
Non ho molto tempo libero, ma quando capita amo visitare le mostre di pittura, in particolare quella del ’900.
Sportiva sì, ma anche creativa. Se viaggio per sport o lavoro, mi piace sapere e capire dove mi trovo e le abitudini delle persone di quel luogo, i segreti delle loro città, i sapori della loro tavola. Ero una bambina piuttosto sorridente (le uniche note che ho preso a scuola recitavano così “Margherita ride in classe…”) ma nello stesso tempo bastava un cartone animato (struggente?) per farmi scendere le lacrime. Direi che non sono cambiata per niente!
Non so se con la scherma sia stato un colpo di fulmine o se avessi chiesto di iniziare per copiare i miei fratelloni, sta di fatto che questo amore dura da più di un quarto di secolo.
Vi racconterò dei risultati più belli che ho ottenuto nella mia carriera, anche perché, dovessi scrivere di quelli peggiori, ci vorrebbe un sito dedicato!
Ho iniziato con il maestro Dario Codarin a San Giorgio, che mi ha seguita per due anni; ho proseguito poi a Udine con il maestro Andrea Magro per 11 anni, grazie anche a mia mamma che mi accompagnava tutti i giorni in palestra da Trieste a Udine. Nelle categorie dai 9 ai 14 anni ero nel gruppetto delle bambine più brave, e nel ’91 ho vinto il mio primo titolo italiano. Nel ’94 ho iniziato ad essere convocata alle prime gare internazionali cadette e giovani e a qualche ritiro con la Nazionale. Ricordo l’emozione mia e delle mie amiche Ila e Gioia quando per la prima volta abbiamo incrociato le lame con i nostri idoli! Da “cadetta” ho vinto i campionati italiani under 17 ed under 20 e la medaglia d’argento ai campionati del Mondo di Parigi. Da “giovane” ho vinto altri 2 titoli italiani under 20, 2 Coppe del Mondo, e l’argento ai Campionati del Mondoi di Keszthely in Ungheria.
Nel frattempo mi sono diplomata al Liceo Linguistico, risultando la migliore della mia scuola, con un punteggio da secchiona. Ma non lo ero affatto; ma si sa, gli sportivi quando il gioco si fa duro…
L’ultimo anno tra le under 20 è stato anche quello che mi ha dato le prime soddisfazione tra le grandi, raggiungendo un podio e 2 finali in Coppa del Mondo assoluta e riuscendo a battere atlete che fino a quel momento vedevo come irraggiungibili!
Ed eccomi approdare tra gli assoluti. Nel 2000 vado alle Olimpiadi di Sydney come sparring partner, e l’anno successivo conquisto il titolo europeo a squadre ed il posto per i campionati del Mondo di Nimes. Ma durante il ritiro, una settimana prima della gara, il mio ginocchio sinistro fa crak… Operazione e 7 mesi per poter tornare in pedana. In quel periodo faccio delle scelte di vita e tecniche per le quali mi trasferisco prima a Frascati e poi a Narni ed inizio a lavorare con il maestro Giulio Tomassini. Mi sono riguadagnata col sudore e coi denti il posto in Nazionale, facendone parte fino al 2009, pur dovendo saltare spesso gare di coppa del mondo ed europei per dedicarmi a periodi di sola fisioterapia e preparazione specifica a causa dei dolori al ginocchio. Tutto questo non mi ha impedito di raggiungere importanti traguardi: nel 2004 ho vinto i mondiali a squadre a New York e mi sono qualificata per le Olimpiadi di Atene; nel 2005 ho vinto la Coppa del Mondo e nel 2006 arriva la soddisfazione piu grande: a Torino divento Campionessa del Mondo individuale, battendo in semifinale e finale le grandissime Trillini e Vezzali. Nella gara a squadre vinciamo la medaglia d’argento. L’anno successivo arriva il bronzo europeo mentre a San Pietroburgo il podio mondiale è sempre tutto azzurro, e io sono d’argento dietro a Valentina.
Il ginocchio duole di nuovo tanto, un movimento durante l’eliminazione diretta mi costringe a tornare, una volta a casa, in sala operatoria. Stavolta il tempo di riabilitazione previsto è di un paio di mesi ma Il 2008 è l’anno delle Olimpiadi, non si puo sbagliare nulla. Rientro in buone condizioni e mi avvicino a questo grande appuntamento con l’argento europeo che mi dà la giusta fiducia.
A Pechino la strada per la finale mi vede contrapposta ad avversarie molto forti e che mi avevano battuta nel corso della stagione. Ma la giusta preparazione fisica e mentale e il tifo delle persone care mi permettono di superare le difficoltà e di arrivare alla finale Olimpica spazzando le avversarie. Anche stavolta io Vale e Giò a contenderci il podio. Valentina ferma la mia corsa all’oro; affronto Giovanna nella finale per il bronzo con paura ma tanta voglia di portare a casa quella benedetta medaglia. E ce la faccio, stremata dalla fatica e dalla tensione mista a dispiacere per aver lasciato giù dal podio proprio il mio mito di quand’ero ragazzina. Nella gara a squadre arriva un’altra medaglia di bronzo.Sin da bambina, ispirata dai racconti di mio papà su nonno Mario (negli anni ’30 inventore di un giornale per ragazzi, “Mastro Remo”, dell’omonima trasmissione radiofonica e capocronista al Piccolo) e zio Manlio (caporedattore al Piccolo e primo giornalista a scoprire e raccontare la tragedia delle Foibe) pensavo ad un mio futuro da giornalista e dato che amo fare esperienze diverse, sperimentare e a volte buttarmi, ho accettato l’invito di Michele Santoro di partecipare alla trasmissione Annozero nella stagione 2008-2009 come intervistatrice dei giovani. Durante questa importante esperienza, che mi ha fatto aprire gli occhi su un mondo che per un’atleta impegnata nei suoi viaggi ed allenamenti era quasi invisibile, non mi sono fermata con lo sport, e sebbene l’anno post olimpico lo prendessi con piu filosofia, i risultati sono arrivati lo stesso. Peccato che dopo 3 podi in coppa e a stagione non ancora finita a fare crak stavolta è stato l’indice… addio alle ultime gare e agli europei. Passo un’estate a fare terapie ma il dolore continua, in ritiro già impugnare il fioretto è un’impresa, ogni movimento sul ferro è una lacrima, una stilettata. Partecipo ai mondiali stringendo i denti e con l’aiuto di un tutore; la gara individuale non va, ma arriva l’oro a squadre dopo un lungo digiuno in quella competizione. É festa, ma una settimana dopo sono di nuovo sotto i ferri. Altri 6 mesi lontana dalle gare.
Spinta dalla mia curiosità, durante quei lunghi mesi senza fioretto, decido di lasciare a casa timidezza e scarso talento per la danza ed accettare l’invito di Milly Carlucci a partecipare a Ballando con le stelle. Grazie al mio insegnante Stefano Di Filippo e ad un bellissimo gruppo, miglioro nel ballo e mi diverto un mondo. É stato bello competere senza sentirsi in competizione!
L’allenamento fisico e le terapie continuano e rientro, con tanta paura, alla gara di Torino. Prima di tornare ad un buon livello dopo tanti mesi fuori dalla pedana e dopo un intervento ci vuole del tempo, ma all’ultima gara all’Havana, salgo sul podio. Non basta per riprendersi il posto in squadra. In più il ginocchio prende un’altra botta, e di nuovo in sala operatoria a ritensionare il crociato e a fare le micro fratture alla cartilagine. Non faccio in tempo a tornare in una forma accettabile che parte pure il menisco: altro giro, altra corsa!
Londra si avvicina, la voglia di riprendere presto e di recuperare l’ormai enorme gap con le altre mi fa affrettare i tempi, rientro ma i risultati sono penosi, non mi riconosco, la testa dà impulsi cui il corpo non riesce a star dietro. Ma lo so, dopo la chirurgia è così, è normale, non mollo. O forse avrei fatto bene, perché a Seoul arriva l’ennesimo trauma, e così, dopo aver stretto i denti per altre due gare, arriva anche l’ennesimo intervento. Questa volta ancor più serio: dobbiamo ricostruire la cartilagine, mettere un menisco da donatore e cambiare la meccanica dell’articolazione. Il Prof. Marcacci del Rizzoli di Bologna si chiede come io abbia fatto a gareggiare in quelle condizioni e mi racconta che tipo di operazione dovrei affrontare. Decido di sottopormi all’intervento, è luglio 2011… sogno le Olimpiadi di Londra e spero in un miracolo: ci vuole più di un anno? E io ci metterò 6 mesi. Credere nell’impossibile mi ha aiutata ad affrontare il costante appuntamento col dolore e la fisioterapia, l’impossibilitá nei primi 4 mesi di essere indipendente, mi ha dato la forza di stare dalla mattina alla sera a fare esercizi dolorosi e noiosi, lontana da casa e spesso in solitudine. Ho dovuto ricominciare tutto da zero, imparare a stare in piedi, a camminare, tutte cose che si danno per scontate ma che in certi momenti sono ostacoli insormontabili. Ma in fisioterapia ho avuto la fortuna di essere seguita da Antonio, che con la sua bravura e fiducia, mi ha aiutata a migliorare di giorno in giorno e a superare momenti difficili.
Come in altre occasioni anche questo lungo periodo di stop forzato, mi ha comunque permesso di assaporare importanti esperienze diverse: ho collaborato con la Gazzetta dello Sport, ho partecipato come opinionista fissa a “Buonanotte Londra” su rai2 raccontando le imprese degli azzurri durante le Olimpiadi , ho condotto “Sirene” su rai3, narrando spettacolari e pericolose operazioni dei corpi militari e di polizia, e “Super8″ su Rai sport 1, approfondendo quotidianamente le notizie sportive piú importanti.Il percorso riabilitativo continua, con i “doc” Nanni e Bianchedi e i “fisio” Antonio e Daniela, e da poco ho ripreso ad allenarmi col mio preparatore Guido Brunetti che mi segue dal 2004.
Mi sono rimessa in guardia al Club Scherma Roma con il mio nuovo maestro, il campione cubano Elvis Gregory. Persone speciali con le quali mi piacerebbe continuare a scrivere altre pagine di questa storia…
Altre passioni: Greta, la mia dobermann, che mi ama più di quanto meriti, le auto, moderne e d’epoca. La cucina: sia preparare che mangiare, prediligendo la dieta mediterranea e favorendo i prodotti bio. L’ambiente: tengo molto al rispetto della natura e sono una fan accanita della raccolta differenziata. Sono tifosa della Juventus; amo viaggiare e mi piacerebbe vivere il mondo fino in fondo.